noeuro

#PeskaraNomics à la crème fraîche

Ieri sera, 20 Marzo 2017, nel primo dibattito televisivo fra i maggiori candidati alla Presidenza della Repubblica Francese, Marine Le Pen ha mostrato un grafico che spopola fra i No-Euro italiani e transalpini. Il grafico è quello qui sotto riportato e mostrerebbe, senza ombra di dubbio secondo la vulgata No-Euro, che l’introduzione della moneta unica ha causato un collasso della produzione industriale nei paesi dell’Eurozona partner della Germania. Il messaggio è abbastanza chiaro: solo i teutonici si sono avvantaggiati della moneta unica, anzi nelle versioni più sofisticate la teoria provata sarebbe quella per cui l’introduzione sia in realtà stata un complotto disegnato e architettato da scaltri tecnici “crucchi” contro una massa di poveri in spirito (aka alcol) europei, di diverse nazionalità, usi e costumi.

 

Ebbene, l’esercizio di “cherry picking” monovariato, laddove con questo termine si intende una scelta più o meno intenzionale di indicatori e normalizzazioni ad hoc, senza controllare per alcun fattore correlato, è facilmente smontabile. Non si capisce, infatti, perché interessarsi all’indice di produzione industriale e perché normalizzarlo al 2001, quando la fase di introduzione della moneta unica è durata più a lungo, e non corrisponde alla mera introduzione formale della “valuta Euro”. Come i più attenti sanno, infatti, i cambi furono resi fissi ben prima. Perché il grafico è normalizzato a 100 in un anno a caso? Non si capisce. In più, come i più secchioni sanno, se si volesse mostrare l’effetto ritenuto causale della moneta unica sulla crescita, come prima cosa bisognerebbe focalizzarsi sulla crescita del reddito pro-capite reale. Paesi con alti scambi commerciali potrebbero infatti specializzarsi in settori diversi. La produzione industriale è un cattivo indicatore del valore aggiunto totale. In EU varia dal 30% al 10% del VA totale, a seconda dei paesi. Il grafico sotto riportato mostra proprio l’indicatore corretto, il reddito medio reale, normalizzato allo stesso punto temporale di quello mostrato ieri dalla Le Pen. Si può ben notare come dal 1995, Italia e Germania siano cresciuti allo stesso ritmo, leggermente inferiore a quello francese, tra l’altro. La Germania ha iniziato a crescere in modo più vigoroso solo dal 2006, ben 5 anni dopo l’introduzione formale della moneta unica.

Che dire dunque del grafico No-Euro? Può avere mille altre spiegazioni causali, impossibili da decifrare con linee descrittive “taroccate a arte”, con una scelta miope e furba di un periodo per confermare la propria tesi. Insomma, una forma di “confirmation bias“, piuttosto imbarazzante. Che di questo si tratti lo conferma il grafico seguente, che mostra lo stesso grafico 2 normalizzato all’inizio della crisi finanziaria globale. Se si seguisse lo stesso “percorso mentale”, uno potrebbe far ricadere “la colpa” non sull’Euro, ma sugli US, esportatori di disgrazie globali, e via discorrendo. La verità resta solo una: correlazione, cherry picking, casualità scambiata per causalità non hanno le gambe lunghe.

 

P.S. I dati usati per produrre i due grafici sulla crescita reale del PIL pro-capite sono scaricabili dal sito Ocse.

Thomas Manfredi

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Posted by Thomas Manfredi in debunking
Altro che Euro: è tutta colpa delle Alci!

Altro che Euro: è tutta colpa delle Alci!

Il tema è caldo, riguarda l’annoso problema della produttività italiana (TFP). Il dibattito si scalda soprattuto quando si parla di regimi monetari, di adesione all’area Euro e ai trattati che richiedono una forma di coordinamento a livello Europeo.

Ebbene, la scoperta che mi porterà al Nobel per l’Economia in tempi brevissimi. Come mostrato irrevocabilmente dal seguente grafico: non è stato l’Euro, ma le Alci norvegesi.

In Norvegia, decine di migliaia di alci vengono investite a causa della loro imprudenza nell’attraversare le strade.

https://twitter.com/liukzilla/status/843166587679051777

Il numero degli abbattimenti ha degli effetti incredibili sulla produttività del lavoro degli italiani, in particolare del manifatturiero. Gli accademici sono divisi: per alcuni attraverso il meccanismo di trasmissione delle scie chimiche; per altri, più empirici, l’effetto di spinta risiede nel riutilizzo di materiali quasi magici provenienti dalle corna delle alci stesse.

In ogni caso, a prescindere dalla ragione, è incontrovertibile: maggiore è il numero di alci vengono abbattute, più elevata risulta la produttività in Italia.

E’ un caso? non creto.

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Posted by Bondzilla in correlazioni spurie